Fino al 2 ottobre, il Palazzo del Broletto a Pavia accoglie gli scatti di Maurizio Coppolecchia dedicati al Luna Park di Coney Island.

3 Agosto 2022 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Inaugurato nel 1903, il Luna Park di Coney Island, nella parte meridionale di Brooklyn a New York, è stato il primo parco di divertimenti a chiamarsi così. Una dedica alla sorella del proprietario, Luna Dundy.

Un luogo delle meraviglie, con le giostre mirabolanti e le luci a incandescenza, che dalla metà del Novecento ha vissuto un periodo di lenta decadenza. Fino all’abbandono, ben testimoniato dagli scatti realizzati nel 2009 da Maurizio Coppolecchia.

Immagini confluite nella mostra 2009 Luna Park dell’anima – Coney Island Brooklyn, allestita fino al 2 ottobre 2022 al Palazzo del Broletto di Pavia.

Luna Park di Coney Island
© Maurizio Coppolecchia

Il Luna Park di Coney Island tra abbandono e Pop Art

A cura di Giovanna Fiorenza e Roberto Mutti, la mostra raccoglie dunque cinquantadue fotografie di vari formati e stampate su diversi supporti che raccontano uno dei luoghi più iconici di New York.

Entrato nell’immaginario collettivo, soprattutto grazie alla grande Wonder Wheel costruita nel 1920 e alta quasi cinquanta metri, il Luna Park di Coney Island viene qui immortalato nel suo momento di massima decadenza.

Quasi con una vena malinconica, Maurizio Coppolecchia fotografa le giostre ferme, le saracinesche abbassate, le insegne scolorite. Scrive Roberto Mutti: “A questo punto ci si potrebbe aspettare il ricorso a un prevedibile bianconero. Invece Maurizio Coppolecchia interpreta tutto con colori squillanti, si sofferma sui particolari che da comprimari trasforma in protagonisti e, complice di quella generazione che era stata stregata dalla nuova arte americana sbarcata nel 1964 alla Biennale di Venezia, propone una ricerca dalle dichiarate connotazioni Pop”.

“In tal modo, con uno sguardo rigoroso immune da ogni cedimento retorico e  un ricorso a molte riprese audaci come versi sincopati, l’autore crea una vera e propria estetica dell’abbandono”.

© Maurizio Coppolecchia

Così Giovanna Fiorenza: “Maurizio Coppolecchia, che ha lavorato per tanti anni nel mondo della pubblicità, conosce il valore della parola scritta e dell’immagine, e di quanto entrambe abbiano influenzato tutta la Pop Art. I close up estremi delle fotografie rendono i colori ancora più brillanti e saturi e ne fanno a tutti gli effetti dei lavori Pop”.

Maurizio Coppolecchia

Regista, produttore, fotografo, giornalista, Maurizio Coppolecchia è nato a Milano nel 1955. Ha lavorato per lunghi anni in pubblicità e nel cinema. Il suo nome è legato alla produzione del film Il Divo di Paolo Sorrentino. Nel 2006 fonda la casa di produzione pubblicitaria e cinematografica “Parco Film”.

Tra gli anni ’80 e ’90 svolge attività fotografica per importanti periodici italiani come Capital, Class, Gente Money e Panorama Mese. Negli anni successivi lavora nell’ambito della produzione pubblicitaria come executive producer.

Grande appassionato di fotografia, negli anni ha realizzato diversi reportage. Nel 2020 ha partecipato con due personali al Milano Photo Festival. Nel 2021 ha partecipato alla mostra collettiva Esseri allo spazio milanese HOOA con un reportage sulle donne haitiane.

Info

La mostra è allestita al Palazzo del Broletto (Piazza della Vittoria 14-15, Pavia). Ingresso libero.

Orari: da giovedì a domenica dalle 17 alle 21.

Nell’ambito della mostra, sabato 10 settembre alle ore 18 si terrà la conferenza Pop Art tra fotografia e architettura. Parteciperanno Francesca Alfano Miglietti, curatrice e storica dell’arte, Monica Mazzolani, architetta e docente, Roberto Mutti, giornalista e storico della fotografia, e Maurizio Coppolecchia.

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